Non
ricordo bene quando è cominciata. Probabilmente perché questa brama di colore e
questa soddisfazione nel realizzare qualsiasi cosa con le mie mani mi hanno
sempre accompagnata.
Fatto
sta che quando lo posso fare, creare è come entrare in una specie di stato di
trance.
E
allora qualsiasi tipo di tecnica e di materiale sono da sperimentare.
Intendiamoci bene: non c’è nulla che possa essere buttato via con leggerezza.
E
ora tutto torna. Persino i gusci di noci e le bucce d’arancia; persino le
scatole di scarpe e gli avanzi di filo e lana; persino i ritagli di stoffa o le
chiavi che non servono più; persino i barattoli del caffè o le lattine di
pomodoro.
Da
sempre i miei alberi di Natale sono stati il frutto di ispirazione e creazione
di chi facendo a meno di un abete, voleva ricrearne lo stesso colore e calore.
Inventare al momento pacchetti regalo dà sempre una gioia
immensa.
La
soddisfazione di poter donare qualcosa creato con proprie mie mani è impagabile.
E
allora non c’è più il tempo, non c’è più la fame, le ore scorrono senza che me
ne renda conto.
Mauuu,
è ora di mangiare.
Mauuu,
è ora di andare a dormire.
Mauuu!
Sapete
cosa vi dico? Dopo i fiori, che fanno tanto primavera, cominciamo questa storia
dai pacchetti.
Non
v’ingannate, non è un inizio dalla fine. È un principio dal mistero che è
avvolto in ciascun delizioso involucro che ci si para davanti. I pacchetti,
diciamocelo, son tutti belli, in fondo. Perché ciascuno ci riserva una
sorpresa. Se poi il pacchetto è fatto con un pizzico di creatività, acquista un
valore inestimabile.
Ed ecco, allora:
Perché buttar via gli avanzi di lana cotta?
E i gusci delle noci non son forse belli?
Se poi trovate un disegno che vi piace, potete sempre riprodurlo con i meravigliosi colori che vi ha regalato vostro marito.
La carta bicolore fa delle magie da sé.
Se l'anima del cordoncino è in metallo, allora è d'obbligo sbizzarrirsi.
E se la copertina del libro è deliziosa, chi sono io per nasconderla?
ps: qualche volta sogno che mi portino montagne di regali da impacchettare.